La commissione regionale delle ’ndrine

L’inchiesta contro i narcotrafficanti cosentini rilancia l’idea della cosiddetta unitarietà della ‘ndrangheta. Non solo perchè nel campo della commercializzazione delle droghe le cosche reggine s’incrociano, pure in questo caso e a più riprese, con quelle dell’Alta Calabria ma per via delle confessioni di un collaboratore di giustizia: Roberto Presta. Non si tratta d’un pentito qualsiasi ma del cugino del padrino ergastolano di Roggiano Gravina, Franco Presta; il collaboratore è inoltre fratello del “reggente” dell’area dell’Esaro, Tonino Presta, condannato nel dicembre scorso dal tribunale di Cosenza a 23 anni e 10 mesi di reclusione per traffico di stupefacenti. Roberto Presta, confessando crimini di vario genere e tirando in ballo parenti, amici e “compari” di ‘ndrina, conferma l’esistenza d’un “sistema” adottato dalle cosche per governare gli “affari” a Cosenza, Rende, Mendicino, Castrolibero, Casali del Manco, Bisignano e Montalto Uffugo. L’accordo vede insieme “italiani” e “zingari”.