«Ci sarò con il cuore, purtroppo non potrò esserci fisicamente. Ma vale la pena ribellarsi ad un’opera che per il Sud e la Sicilia rischia di essere insieme un danno e una beffa». Neo-eletto presidente di Sinistra Italiana, tornato in prima linea dopo anni di politica dietro le quinte, sul tavolo Nichi Vendola trova un dossier antico: il Ponte sullo Stretto. E quella che sembra l’inizio di una nuova stagione di mobilitazioni: domani vecchia guardia e nuovi attivisti, che si oppongono alla maxiopera torneranno in piazza. Afferma Vendola: «Sotto la cartolina di “città babba”, cominciammo a intravedere e denunciare uno snodo strategico delle relazioni tra Cosa Nostra e ‘ndrangheta, e tra le cosche e le logge massoniche, con intrecci e relazioni pericolose con la politica, il mondo economico, settori di magistratura e forze dell’ordine. Un quadro tanto desolante quanto sconosciuto al dibattito pubblico, affogato nella minimizzazione dei fenomeni criminali, nella loro riduzione a folclore. Il Ponte, questo fantasma, era comunque in questo scenario già un affare per predoni di ogni tipo, dall’accaparramento dei suoli sulle due coste dirimpettaie alla incredibile macchina burocratica della “Società Ponte sullo Stretto” con le sue spese milionarie».